Dossier

XIRUMI

Riecco i soliti ig-noti con gli ameriKani
Forse nessuno ricorda il tentativo di introdurre in Sicilia, nei primi mesi del 2006, una serie di norme “semplificatrici”/abrogative [assai peggiori del ddl. N. 1048 dell’agosto 2005, Legge Lupi] della legislazione esistente in materia di tutela urbanistica delle risorse naturali, paesaggistiche, storiche, architettoniche e culturali. Una sorta di colpo di mano abrogativo, che fu ritirato dal Polo per le forti opposizioni che incontrò anche da parte del mondo professionale e accademico.
Quella campagna antiabrogazionista trovò eco anche nel programma di Rita Borsellino che auspicava la costruzione di territori socialmente responsabili.
Non passò quella norma, ma la sua filosofia continuò e continua ad operare non curante della legislazione esistente, aggirando norme, trovando escamotage di tutti i tipi, connivenze nelle istituzioni di controllo, alleanze più o meno lecite a gruppi di potere locale, regionale, nazionale.
Ed eccoci a Lentini “Città delle arance”, della base americana di Sigonella e di un nuovo, mastodontico, tentativo di speculazione edilizia, che aggira leggi, distrugge territorio e dichiara pubblicamente che l’avvenire economico risiede nel cemento, nel territorio come merce di scambio.
Ettari 67.01.63 (lotto A) + ettari 24.48.20 (lotto B) = ettari 91,49,83
Previsione di superficie coperta per il lotto A = mq. 145.000,00, per un volume di mc. 500.000,00
Previsione di superficie coperta per il lotto B = mq. 50.000,00, per un volume di mc. 170.000,00
È così che 914.983 mq del territorio di Lentini, in provincia di SR, dovrebbero essere recintati per tirare su un “Complesso insediativo chiuso ad uso collettivo ex art.15 L.R. 71/78 destinato alla esclusiva residenza temporanea dei militari americani della base Sigonella U.S. Navy . – Località Xirumi, Cappellina, Tirirò.”
Si tratta di terreno agricolo (zona “E”) che, con variante al Piano Regolatore Generale (P.R.G.), sarà trasformato in terreno edificabile (zona “CE4”).
Cominciamo dall’inizio.
Il venerdì 3 febbraio 2006 arriva in Comune la proposta di variante al P.R.G. della società SCIRUMI s.r.l., presentata dal suo presidente, dott. Mauro De Paoli. La proposta è corredata di progetto, relazioni, pareri e studi vari.
Appena 6 giorni dopo, il giovedì 9 febbraio, il Coordinatore del 4° settore del comune di Lentini, Arch. D’Anna, chiede all’Amministrazione Comunale, di esprimersi sulla variante, “precisando che la stessa non contrasta né con lo strumento urbanistico generale, né con le previsioni dello Schema di Massima approvato del nuovo P.R.G. in fase di approvazione”.
Il 17 febbraio, 8 giorni dopo la nota dell’Arch. D’Anna, il Sindaco Neri, “appresa l’importante rilevanza sociale” (quindi sembrerebbe che Sindaco apprenda dell’affare in quella data) “dispone che il provvedimento venga istruito con urgenza” e che quindi sia portato in Consiglio Comunale.
Inizia così la corsa al grande affare.
Si riunisce più volte la 3^ Commissione Consiliare Urbanistica, che in data 13 aprile 2006 verbalizza il suo parere positivo.
Passano 5 giorni e in data 18 aprile 2006, alle ore 19,30, alla prima convocazione e in poche battute, con 13 voti favorevoli, 3 astenuti e 4 assenti il Consiglio Comunale, approva la variante al P.R.G. che trasforma una zona agricola “E” in zona “CE 4” per la realizzazione di un complesso insediativo chiuso ad uso collettivo.
Naturalmente non mancano i pareri del Genio Civile, dell’ASL e degli uffici della Soprintendenza ai BB.CC. e AA., quello per i servizi alle aree archeologiche e quello per i beni architettonici, naturalistici, paesaggistici ed urbanistici.
Chi porta in Consiglio comunale la proposta di Deliberazione? Il Vice Sindaco Maria Arisco, poiché il Sindaco non c’è più per dimissioni (manteneva illecitamente due cariche e poi doveva candidarsi alle politiche di aprile) ed il Comune è in commissariamento in attesa delle nuove elezioni.
A rigor di logica il Consiglio dovrebbe deliberare solo su questioni urgenti o di ordinaria amministrazione e non certo su una popò di variante al Piano Regolatore Generale, ma qui la logica è il grande affare e non si bada certo al pelo nell’uovo.
Anzi, si bada anche a quello, infatti dal punto di vista legale “pare” sia tutto a posto. Non avendo, infatti, affisso al pubblico, benché già deliberato, la data dei comizi elettorali, questo strano consiglio comunale può ancora operare normalmente. Così dicono.
Certo, la cosa non è molto ortodossa, ma c’è fretta, l’ex Sindaco Nello Neri la caldeggia e ne fa pubblico vanto come cosa sua.
A ricordarcelo c’è, ad esempio il consigliere Sebastiano Ramaci, al quale, durante la discussione in Consiglio comunale del 18.04.2006, preme ricordare come l’amministrazione Neri abbia “risposto prontamente” all’affare americano, “riconoscendone l’interesse pubblico” e che a questa operazione l’amministrazione Neri “ha lavorato, non dal 17.02. 06, ma da un anno circa”. Da un anno circa? Ma se il Sindaco aveva appreso “l’importante rilevanza sociale” del progetto dalla nota del 17 febbraio dell’Arch. D’Anna! Vuol forse sostenere l’incauto consigliere, che ancora prima che arrivasse in Comune la richiesta di variante della Società Scirumi s.r.l., membri dell’amministrazione Neri, si incontravano con rappresentanti di detta società o con altri interessati o con gli stessi americani, concordando o dando il loro appoggio e consenso alle modifiche al P.R.G.? Ma certo che vuol dire quello, è lo stesso Nello Neri che lo urla a squarcia gola nel suo comizio elettorale contro gli “untori di morte” (le sinistre, naturalmente). E ricorda persino il suo rocambolesco arrivo e decollo da una portaerei americana.
Ma cosa c’era andato a fare? Non era la società Scirumi l’interprete del bisogno americano? Vuoi vedere che al Consiglio comunale hanno raccontato un sacco di frottole o nascosto l’andamento reale del grande affare?
Può anche darsi che l’ex Sindaco Neri, nella foga del comizio, abbia millantato un po’ di credito per gli affascinati dal sogno americano. Eppure deve esserci qualcosa di vero e a quanto pare di assai poco chiaro.
Neri, che nel frattempo è divenuto, grazie ad un ripescaggio, deputato nazionale, durante il medesimo comizio ricordava della sua richiesta di “pizzo” alla Scirumi s.r.l., anzi di aver telefonato, non più Sindaco, ai resti della sua giunta affinché chiedessero il “pizzo” alla società Scirumi s.r.l., che contenta aderì. “Pizzo”, naturalmente, nel senso (ironico?) di legale richiesta di un ritorno economico per il Comune, non certo per le sue tasche, né per la sua campagna elettorale.
Un richiesta in opere di urbanizzazione per l’amata città di Lentini, che grazie ad una piccola variante al P.R.G. tornerà alla normalità, alla piena occupazione e con le casse piene dell’ICI americana. Così propagandava il nostro Berlusconeri e continuano oggi a propagandare i nostri Berluscoulivi.
E poi ci sono anche le carte, come la nota del 17 novembre 2005 inviata al Comune di Lentini e per conoscenza alla Soprintendenza di Siracusa dalla società Scirumi e la nota datata 14 dicembre 2005, prot.2353, che la Soprintendenza invia alla società Scirumi e al Comune di Lentini. Quest’ultima è una breve relazione sui “Lavori di indagine archeologica a Xirumi”, evidentemente richiesti dalla Società Scirumi s.r.l. nei primi mesi del 2005, come propedeutica alla prossima proposta di variante, che sarà presentata al Comune il 3 febbraio 2006.
Neri & c. lo sapevano allora dal dicembre 2005? Forse anche da prima, a credere al Ramaci tra maggio e giugno del 2005: pochi mesi dopo la nascita della stessa società Scirumi s.r.l. (3 dicembre 2004).
Perché tutto questo interesse su quando è realmente partita l’operazione? Perché sarebbe una cosa sconcertante scoprire che tutta questa storia è una farsa orchestrata e decisa fuori dal Municipio, per esempio tra Vicenza e Catania, negli uffici di Lombardo (MPA, di cui Neri è il tesoriere) o in quelli del noto imprenditore Abate, o in quelli del Cavaliere di Catania Ciancio San Filippo o addirittura negli ambienti palermitani di Cuffaro. Che c’entrano Vicenza, Abate, Lombardo e Ciancio? Lo vedremo più avanti.
Torniamo al Consiglio Comunale ed alla sua deliberazione sulla variante.
I tre consiglieri astenuti sono del centro sinistra: due DS e uno di Rifondazione; quello della Margherita, Alfio Mangiameli, ha aderito più che entusiasta. I tre dichiarano pubblicamente di non essere contro il merito della questione, che anzi considerano positiva, ma di essere in dubbio sull’effettivo ritorno economico, che sembra un po’ risicato.
Infatti la società SCIRUMI s.r.l. “facendo seguito ad una specifica richiesta [“pizzo” come scherzosamente la chiamava Neri] del Comune di Lentini, si dichiara disponibile” alla realizzazione di opere varie per “rendere facilmente fruibile il Lago di Lentini [il Biviere, ndr], oltre al completamento di opere di urbanizzazione nel nuovo quartiere periferico di c.da S.Antonio per un importo complessivo di € 2000.000,00” .
Solo l’assessore Salvatore Di Mari (DS) argomenta pure sulla liceità, in prossimità dell’indizione dei comizi elettorali, dell’inserimento all’ordine del giorno della proposta di variante.
In breve, i consiglieri di opposizione non si oppongono, alcuni si astengono, due se ne escono ed uno, Mangiameli, vota a favore dichiarando che il provvedimento “questa sera passerà senza un voto contrario, perché anche l’astensione preannunciata dall’opposizione permetterà alla proposta di avviare il suo iter, […] perché l’opposizione ha dimostrato, come tante altre volte, grande senso di responsabilità”. Proprio così, senso di responsabilità. D’altro canto il geometra del Comune Mangiameli aveva sostenuto che “Oggi si chiede solo ed esclusivamente il cambio di destinazione d’uso …”. Una bazzecola insomma, cosa da niente.

L’operazione Scirumi

L’operazione Scirumi prevede complessivamente qualcosa come “1000 casette a schiera unifamiliari” più un imprecisato numero di “residence per sistemazione temporanea” di militari in transito, più scuole, attrezzature per lo svago e il terziario, il tutto per un massimo di 6.862 abitanti che potranno fruire di 670.000 mc.
Come si è detto il parere degli esperti e dei responsabili dei vari uffici è unanime (compreso l’Ufficio Tecnico del Comune secondo cui gli indici limitativi,“inferiori a quelli del P.R.G. per edilizia estensiva … garantiscono un’edificazione estensiva compatibile con le zone circostanti”): tutto in regola, nulla osta.
Eppure c’è qualcosa che non va, qualcosa di veramente strano e per certi versi inquietante.
Cosa? Secondo noi almeno cinque cosette su cui riflettere.
C’è una storia di qualche anno fa; c’è la località proposta per l’insediamento; ci sono gli attori (politici locali e non, gli americani e i soci della Scirumi s.r.l) fin troppo ben conosciuti; ci sono le leggi e infine c’è, anche, la pervicace idea del territorio merce, che è ben radicata tanto a destra quanto a sinistra.
Vediamo di raccapezzarci partendo dall’ormai lontano 1999.
Anno 1999, in Consiglio comunale il Sindaco (DS) Salvatore Raiti fa approdare una proposta che si sosteneva essere una “opportunità di sviluppo”, l’ennesima.
Si trattava, a dire del Sindaco e del suo allora stretto collaboratore geometra comunale De Luca & c., di un gruppo di proprietari terrieri, che riunitosi in società, proponeva al Comune la modifica degli indici di edificabilità per la lottizzazione di una collina a ridosso del Biviere lago di Lentini.
Guarda caso erano – si sosteneva – gli americani di Sigonella a richiederlo per farne alloggi. La proposta puzza talmente tanto di volgare speculazione edilizia, che si blocca senza esiti e sembra cadere nel dimenticatoio.
Qui vale aprire un piccolo inciso: sdegno, rabbia, costernazione e sorriso beffardo, così Nello Neri sottolinea, durante il già citato comizio, il fallimento Raitiano dell’operazione “metti una città americana sul lago Biviere”. E già, perché, per Nello Neri, quella fu un’occasione perduta dalle mortifere sinistre; una sconfitta di cui ne approfittò con lungimiranza il Comune di Mineo, che come tutto il mondo sa, prospera ora felice della cultura e delle ricchezze americane!!
Chiuso l’inciso torniamo all’operazione alloggi per americani sul Biviere.
Finì, quindi tutto lì? Tutto nel dimenticatoio, come la centrale che avrebbe dovuto bruciare legni di risulta dalle lavorazioni nei giardini di arance o come il sorteggio per un lavoro precario (ne rise amaramente mezza Italia approdando persino sul TG3)? No, non finì tutto lì. Non dimenticarono, ad esempio, gli ispiratori, i portatori dell’affare. La medesima proposta fu, infatti, ripresentata nell’anno 2002-2003 dal Sindaco Rossitto e ancora una volta naufragò.
Ecco, particolare interessante sarebbe scoprire chi erano allora e chi sono adesso i portatori dell’affare. Perché? Perché conoscere i loro nomi rimanda alla conoscenza dei mandanti, dei gruppi di interesse che ruotano attorno, i loro conflitti, le loro piccole guerre, le intimidazioni, gli allontanamenti “epurativi”, ecc.
I portatori d’affare, per intenderci sono quella specie di sensali che prima sono contattati e che poi contattano questo e quello, promettono, brigano, mediano, fanno regali, accordano, insomma portano l’affare e lo seguono con encomiabile passione. Naturalmente non sono tutti così, ce n’è di diverse specie, come ad esempio quelli che non gliene viene nulla, quelli che dicono: “lo faccio per Lentini”.
Che i vari portatori non dimenticarono ce lo dice il fatto che dopo pochi anni riecco il grande affare riproposto. Riecco gli americani e riecco il gruppo di proprietari terrieri che riunitosi in società propongono al Comune la modifica degli indici di edificabilità per la lottizzazione, questa volta di contrada Scirumi e questa volta con un cospicuo ritorno in denaro e opere (toh rispunta il Biviere) all’economicamente derelitto Comune di Lentini.
Non sappiamo con certezza chi siano stati e chi sono i portatori dell’affare, ma cominciamo a vedere gli esiti dei loro scontri e ad intravedere qualcuno degli attori nascosti, quelli che non risultano nei consigli di amministrazione, che si mimetizzano nel sistema delle scatole cinesi.
Insomma il profilo che va delineandosi sembra quello di una guerra per bande.
Sembra venire fuori una storiaccia di scambi illeciti, di collusioni più o meno esplicite tra politici e affaristi.

Il luogo dell’insediamento ed alcuni attori

Da Lentini andando verso Palagonia, appena valicato il passo tra monte San Basilio e Monte Serravalle ecco aprirsi a nord la piana. Proprio lì, allo sbocco del passo, si potrà scorgere, se riusciranno a costruirlo, il lato sud della recinzione del mega insediamento USA. Si tratta del lotto A. Per trovare il lotto B occorre tornare indietro, prima del passo, sul lato sinistra della strada (C.da Tirirò).
Una girata in mezzo ai giardini compresi nel lotto A, ed ecco un imponente cancello incardinato su due larghi pilastri in muratura intonacata e su un pilastro la scritta a sbalzo “Cavaliere Sanfilippo”. Vuoi vedere che è Lui? Eccome se è Lui. Si tratta dei giardini del potente Ciancio Sanfilippo & C. (forse c’è anche il suo socio Pippo Baudo, quello della TV) ora patrimonio della Scirumi s.r.l.. Chi è Ciancio Sanfilippo? Uno dei due magnati di Sicilia ed il primo nella Sicilia Orientale. Il Boss dei Boss, quello che tutti temono, dalla magistratura all’editoria. Se la fanno sotto, temono la potenza economica che spazia nella speculazione edilizia, le campagne del suo giornale catanese La Sicilia e il diffuso potere nei media, che l’ultimo Cavaliere di Catania possiede (ricordiamo che ne erano intimoriti prima, e in qualche modo soci o clienti poi, gruppi come l’Espresso e La Repubblica).
Torniamo al luogo dell’insediamento.
Mettendosi con le spalle al lotto A abbiamo sulla sinistra la ripida salita del Monte San Basilio. Che c’è su San Basilio? La sede di un esteso ed importante insediamento rupestre che appunto domina il vasto paesaggio rurale delle contrade di Xirumi e Cappellina poste a nord e di Tirirò a sud.
Che c’è nell’area prevista per l’edificazione del complesso edilizio? Una zona archeologica già censita dalla Soprintendenza e di cui si è più su accennato. E allora come hanno fatto ad avere il nulla osta? Qui vale la pena aprire un’altra piccola parentesi sulla generalmente attenta e intransigente Soprintendenza di Siracusa.
Ci sembrano particolarmente interessanti due pareri:
A) il, già citato parere (nota n.2353) del 14 dicembre 2005 del Servizio Museo Archeologico di Lentini ecc. a firma del dirigente Dott. Guzzardi, il quale, dopo aver descritto le “emergenze archeologiche” esistenti sui terreni in oggetto, fa alcune “raccomandazioni” “affinché non sia recato pregiudizio alla conservazione dei beni archeologici”. Buffo è il modo in cui con successiva nota n. 484 del 14 marzo 2006 la Soprintendenza concede il “nulla osta per quanto di stretta competenza all’approvazione della proposta di variante”. Buffo? Si, perché la nota precisa “che questo Servizio ha su tutta l’area di che trattasi svolto puntuali indagini di archeologia preventiva, facendo pervenire le prescrizioni di tutela archeologica con nota n. 2353 del 14.12.05”. Ma quali sono queste prescrizioni? Le prescrizioni sarebbero le raccomandazioni di a) colmare le trincee di scavo; b) “che il personale preposto dalla ditta proprietaria alla custodia del sito continui a garantire la contestuale custodia di quanto di interesse archeologico rimasto in situ, evitando che vengano effettuati nei settori campiti in rosso e azzurro come da allegato, lavori nel sottosuolo non già concordati con questo servizio, affinché non sia recato pregiudizio alla conservazione dei beni archeologici”. Ma che vuol dire? Nulla osta o qualcosa osta? Le emergenze archeologiche riposeranno nei recinti dei caseggiati americani con la custodia degli uomini della Scirumi SRL?
Ma tragicomica è la fine della nota inviata da Guzzardi e Muti: “Il comune di Lentini e il Servizio Beni A.P.N.N.U. di questa Soprintendenza sono infine pregati di aggiornare, per quanto di loro stretta competenza, le indicazioni cartografiche e di tutela paesaggistica come dalle risultanze delle indagini di cui alla presente nota”. Per farne cosa? Memoria storica?
B) Altro parere interessante è quello della Soprintendenza ai BB. CC. AA, Servizio per i beni architettonici, naturali, naturalistici, paesaggistici ed urbanistici, a firma del responsabile del servizio I, architetto G. Susan, e con il visto del Soprintendente architetto M. Muti.
Il parere espresso con nota del 23 gennaio 2006 prot. 497, che rinvia a sua volta al parere del C.R.U. dell’Ass.to Regionale Territorio Ambiente, avrebbe tuttavia dovuto far riflettere il frettoloso Consiglio Comunale sulla dubbia liceità dell’operazione speculativa della società Scirumi.
La nota, infatti, nel ribadire il vincolo paesaggistico cui sono sottoposti i terreni in questione, si esprime così: “entrambe le aree individuate in planimetria con le lettere A. e B. risultano sottoposte a vincolo paesaggistico di cui al decreto del 07.08.1995 pubblicato nella G.U.R.S. del 21.10.1995; il vincolo paesaggistico non esclude a priori l’attività edificatoria, ma impone tuttavia la salvaguardia di quelle caratteristiche proprie che ne hanno determinato l’emissione.”.
Ebbene le caratteristiche proprie sono quelle della ruralità del paesaggio che con il “complesso insediativo chiuso ad uso collettivo destinato alla esclusiva residenza temporanea di militari americani” risultano essere assolutamente incompatibili. Ma tant’è.

La legge, l’opposizione e le Controdeduzioni.

Alla deliberazione del Consiglio comunale si oppongono tre piccole realtà cittadine: il Centro studi territoriale Ddisa (che si occupa, appunto, di studi territoriali, di riordino archivistico e mostre documentarie), i Verdi ed un giornale on line, “Giro di Vite”. L’opposizione, come da norma, blocca la deliberazione che dovrà essere ridiscussa in Consiglio Comunale.
In sostanza l’opposizione sostiene la violazione dell’art. 2 della L.R. 71/78: “Nella formazione degli strumenti urbanistici generali non possono essere destinati ad usi extra agricoli i suoli utilizzati per colture specializzate, irrigue o dotati di infrastrutture ed impianti a supporto dell’attività agricola, se non in via eccezionale, quando manchino ragionevoli possibilità di localizzazioni alternative. Le eventuali eccezioni devono essere congruamente motivate.
Poiché, com’è noto, i terreni ricadenti nelle contrade in questione sono utilizzati – scrivono gli oppositori – per colture specializzate, irrigue (aranceti) e dotate di infrastrutture ed impianti a supporto delle attività agricole, sembra evidente l’inammissibilità della variante in questione.
D’altro canto non risulta che nessuna congrua motivazione a tale variante sia stata addotta né dalla società Scirumi, né dal Consiglio Comunale che ha deliberato.”

Tuttavia ogni cosa è rimandata a dopo le elezioni comunali, che si terranno l’11 e 12 giugno.
Alle elezioni Neri va al ballottaggio con il candidato Sindaco delle sinistre. Vince Alfio Mangiameli della Margherita (nipote di quel Mangiameli consigliere che votò entusiasta a favore dell’affare Scirumi), un altro candidato Sindaco appoggiato dai DS (Armando Rossitto) entra in Giunta come Vice Sindaco.
Sarà quindi il nuovo Consiglio Comunale a maggioranza Margherita-DS a dover ridiscutere l’opposizione presentata alla deliberazione della passata amministrazione Neri.
A fine settembre l’affare Scirumi è all’ordine del giorno in Consiglio comunale, ma non sarà discusso per le indecisioni dei DS.
Cos’era successo?
Il 16 settembre su “Informa Sicilia”, un giornale locale, il segretario dei DS Lidia Costanzo aveva proposto i suoi dubbi sulla costruzione del mega villaggio: “Questo significherà, al di là di altro tipo di riserve che altri hanno già esposto, che un’area vastissima del nostro territorio sarà sconvolta e lo sarà per sempre, e per sempre sarà modificato l’ambiente dell’area interessata e quello dell’area circostante. Sarà modificato il clima, l’assetto idrogeologico, sarà modificata la flora, la fauna e tutto questo per sempre. Quale sarà l’effetto che questo grossissimo impatto ambientale provocherà sulla nostra salute, sulla vivibilità della zona …?
Durante la campagna elettorale, del resto, anche il candidato Rossitto [Preside di scuola e presidente di Libera] ora come detto vice sindaco, aveva espresso le sue perplessità mettendo come punto del suo programma la ridiscussione dell’insediamento americano.
Sembra a tutti chiaro che esistano divergenze, differenti valutazioni, posizione contrarie all’interno della stessa maggioranza. Ma tutto rientra. La Costanzo fa autocritica, Rossitto plaude al progetto che, come ora quasi tutti i DS sostengono, sull’onda del “lungimirante” deputato De Benedictis porterà benefici alla città.
Intanto circolano le Controdeduzioni dell’ Arch. D’Anna, responsabile del procedimento, estensore dell’istruttoria del 9 febbraio e relatore di quella integrativa del 14 aprile 2006.
Le Controdeduzioni, datate 11 settembre, approdano in Consiglio comunale.
Qui vale la pena ripercorrerle punto per punto.
Sostiene l’arch. D’Anna:

– “1) La Società Scirunti s.r.l. non ha mai sostenuto di “essere interprete di richiesta del Comando Militare Americano della base di Sigonella US. NA VY”. Infatti, dagli atti di progetto, quali la Relazione tecnica generale e Norme tecniche di attuazione, risulta il contrario. Il punto 1 Premessa della relazione a pag. 1 ultimo comma riporta:
“In conformità agli usi ed alle disposizioni, non derogabili del Governo Americano, ottenuta la variante urbanistica, sarà cura della Società richiedente produrre in uno al progetto di lottizzazione relativo idoneo documento rilasciato dalle competenti Autorità Americane, da cui risulta (“ rferito alla realizzazione dell’opera in questione.”

Qui non si capisce bene se l’estensore voglia prendere in giro il Consiglio Comunale o i redattori dell’opposizione.
Perciò la Società Scirumi non è portatrice della richiesta del comando U.S.A., anzi, secondo l’Architetto, “risulta il contrario”. Ciò vuol dire che la Società Scirumi SRL, così, di sua sponte, ha pensato di proporre una variante al P.R.G. da offrire poi agli americani per farne un villaggeto di oltre 1000 case più servizi. Una progettazione mastodontica, indagini geologiche, ecc. senza che nessuno abbia avanzato richiesta di bisogni reali. Senza nessun abboccamento propedeutico. Ma se non c’è nemmeno stata richiesta americana di cui la Scirumi si farebbe interprete, per quale motivo si dovrebbe variare il P.R.G., trasformare una vasta “zona E” agricola in “CE4” edificabile per “Complesso insediativo chiuso ad uso collettivo ex art.15 L.R. 71/78 destinato alla esclusiva residenza temporanea dei militari americani della base Sigonella U.S. Navy . – Località Xirumi, Cappellina, Tirirò.”? Quindi siamo senza committente e nell’incognita di un “no, grazie”. Ed in quest’ultimo caso La Scirumi S.r.l., per almeno 10 anni, avrebbe in regalo un patrimonio (trasformazione di terreno da agricolo in edificabile) più che triplicato in valore. Non male.
Di più, il nostro architetto, senza alcuna remora, precisa che come è uso inderogabile del Governo Americano, prima fai la variante e poi, eventualmente, si presentano le carte di richiesta.
Scherzo? Errore di stampa? Macchè, le cose stanno proprio così e poiché sembra ovvio che ci si debba conformare agli usi e alle disposizioni di un governo straniero, le disposizioni normative italiane vanno a farsi benedire. Ovvio.

– “2) L’insediamento in parola, in quanto ambito chiuso, ai sensi dell’art.15 della L.R. 71/78, non incide in alcun modo a determinare o/e soddisfare fabbisogno urbanistico ordinario del Comune. Di conseguenza nulla ha a che vedere in questo caso con la situazione demografica del Comune, in quanto l’insediamento se realizzato, andrà a soddisfare fabbisogni di interesse specifico e predeterminato, non concorrenti o/e contrastanti con le previsioni del redigendo P.R.G.”

Ai sensi del’art. 15 della L.R. 71/78?
E qui il nostro solerte architetto ci va giù “pesante” e tira ad inventare. L’art. 15, infatti, non ha nulla a che vedere con la determinazione del fabbisogno urbanistico ordinario, con la situazione demografica del Comune, in una battuta non parla di affrancazione dagli indici di cubatura generale previsti dal P.R.G. L’art. 15 parla del non obbligo della cessione gratuita delle aree e delle relative opere di urbanizzazione primaria e secondaria ricadenti all’interno del complesso. Precisando che queste rimangono a carico del lottizzante. In altra sede il nostro architetto, tergiversando sull’appunto, dirà che comunque sia è prassi consolidata che le costruzioni in ambito chiuso non interferiscano sulla cubatura generale prevista dal P.R.G. Davvero misera consolazione e inefficace giustificazione!

– “3). Le motivazioni per cui non è stato assolutamente violato il disposto di cui all’art.2 della L.R. 71/78, e in modo puntuale e circostanziato, sono riportate ai punti 9,10,11. dello studio agricolo forestale allegato al progetto di variante, cui per brevità si rimanda.”

In effetti, tra gli allegati dell’affare Scirumi S.r.l., esiste una relazione agricolo forestale a firma dell’agronomo Alfio ragazzi, che, “in modo puntuale e circostanziato”, come narra il nostro tecnico comunale, spiega il perché non esista un vero conflitto tra l’art. 2 comma 5° della L.R. n°71/78 e il cambio di destinazione d’uso. Ci dice, la relazione del tecnico agronomo, che i giardini della Scirumi sono “alla fine del ciclo produttivo”, che in fondo rappresentano poca cosa rispetto alla quantità di terreno agrumetato del territorio di Lentini e che la tipologia dell’insediamento americano sarà quella della “città giardino”, che le siepi avranno “funzioni positive sui nuovi microsistemi” e ancora che la “città giardino” “mitigherà l’impatto paesaggistico tale da garantire una elevata qualità ‘estetica e funzionale’, rispettando le peculiarità del paesaggio e dell’ambiente circostante”. Ci sarebbe parecchio da dire a riguardo, tuttavia quello che è davvero significativo è che questa relazione (incarico professionale) non è stata ordinata dal Comune, ma dalla stessa società Scirumi S.r.l.
Proprio così, ciò che il nostro tecnico comunale contrabbanda per “motivazioni per cui non è stato assolutamente violato il disposto di cui all’art.2 della L.R. 71/78, e in modo puntuale e circostanziato, sono riportate ai punti 9,10,11. dello studio agricolo forestale allegato al progetto di variante, cui per brevità si rimanda.”, non è altro che la relazione di parte ordinata dalla lottizzante società Scirumi S.r.l.
Gran bella figura davvero.

– “4) Il tempo di durata dell’uso esclusivo cui il complesso è destinato, sarà contenuto nell’accordo che dovrà essere stipulato fra i proponenti e il governo Americano. In mancanza di tale successivo accordo, come detto già al precedente punto 1, nulla potrà realizzarsi, pur se in presenza dell’intervenuta approvazione di variante urbanistica.”
Già, ma intanto il cambio di destinazione d’uso sarebbe avvenuto e il cambio di valore dei terreni pure. E dopo? Si, cosa accadrà dopo che “la durata dell’uso esclusivo” sarà convenuta? Qui le ipotesi sono davvero parecchie e ci torna in mente ciò che è accaduto all’altro villaggio per americani di Aci S. Antonio (CT) ora in vendita col nuovo e suggestivo nome di “Villette del parco”. Oppure chissà, come “profondamente” suggerisce l’ex sindaco dei DS Raiti (assemblea pubblica dei DS sul caso Scirumi del …), sarà smantellato tutto e quindi occorrerà che l’amministrazione si impegni per sapere i modi e i luoghi dove portare il materiale di risulta. Non ci sono parole.

– “5) La assoluta trasparenza e linearità con cui è stata condotta la procedura in questione, si legge nella Relazione tecnica generale al punto 5 – pag. 8 e seguenti.
La procedura complessivamente è stata espletata dal 27/06/2005 al 18/04/2006, data di adozione della delibera dei C.C. n.2l/06.”

Assoluta trasparenza? Ma l’assoluta trasparenza avrebbe voluto che il Comune interpellasse un esperto legale affinché relazionasse sulla liceità o meno della variante. La trasparenza avrebbe voluto la relazione tecnica di un agronomo di parte. La trasparenza avrebbe voluto un parere di parte comunale sull’impatto ambientale e certo non assumere acriticamente i pareri e le relazioni della ditta lottizzante.
È, ad esempio, questa assunzione acritica che porta il nostro tecnico comunale a dire senza alcuna remora che tutta la procedura ha inizio il 27.06.2005. La procedura di chi? Non certo del Comune, che sa della proposta solamente il 3 febbraio 2006. E infatti tutte le note, relazioni e le richieste a partire dal 27.06.2005 sono della società Scirumi o da questa richieste.

– “6) L’insediamento proposto dalla società Scirumi risulta posizionato a circa m. 800, in linea diretta, dal colle di S. Basilio, ed è diviso da quest’ultimo dalla viabilità provinciale S.P. 69/II, inoltre per quanto riguarda la valorizzazione del patrimonio naturale e dell’ambiente, la società Scirumi si è resa da subito disponibile, come si legge nella relazione tecnica generale al punto 14, a prevedere ed eseguire opere concordate per la valorizzazione delle aree archeologiche, compresa l’area denominata S.Basilio.”

E con quest’ultimo punto il nostro architetto, tocca il massimo della spregiudicatezza. Ci sarebbe da aspettare e vedere per farsi un bel po’ di risate… amare.
Riassumendo, infatti, la gentile Società Scirumi promette: a) opere per la valorizzazione delle aree archeologiche (tra cui quella di S. Basilio); b) opere per la valorizzazione del lago Biviere di Lentini; c) opere di urbanizzazione dei quartieri S. Antonio (come ci ricordava in campagna elettorale il Sindaco Neri e come la stessa Scirumi S.r.l. dichiara precisando, è bene ricordarlo, “che l’importo dell’intervento sarà proporzionalmente modulato in relazione alla reale realizzazione dei complessi insediativi ricadenti nei due lotti di terreno oggetto del cambio di destinazione d’uso”) e di Carrubbazza, Corderia e Porrazzeto (come ora ci ricorda, con un bel rilancio, il neo Assessore Cirino Cillepi sulle pagine del “La Notizia” del 28 ottobre 2006).
Alla faccia!

La Società Scirumi S.r.l. e gli altri attori: una scheda informativa
Ma cos’è la Scirumi? Da chi è costituito il suo Consiglio di amministrazione? Chi sono i soci?
Il presidente è De Paoli Mauro, quello che ha consegnato le carte al Comune. È residente a Vicenza in Via dell’Industria 42, così come altri due consiglieri dei cinque componenti del Consiglio. Saranno fratelli? Abitano tutti nella stessa palazzina? No, Via dell’Industria 42 a Vicenza è la sede del Gruppo Maltauro. Vuoi vedere che sono dipendenti del Gruppo?
Gli altri due consiglieri sono Gentile Stellario residente a Tremestieri Etneo (CT) e Garozzo Carmelo residente a Catania.
Tra i soci della Scirumi S.R.L. troviamo la società di costruzioni DA.CA. Service S.r.l., tra i cui soci c’è Gentile Stellario; la nota Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro S.P.A. e la Cappellina S.R.L. Quest’ultima è società dei Ciancio ed il suo amministratore è Garozzo Francesco (parente di Garozzo Carmelo?).
Tra le tante carte proposte all’attenzione del pubblico nelle Controdeduzioni dell’Arch. D’Anna vi sono due documenti che vale la pena esaminare da vicino.
Il primo è lo “Assenso per realizzazione di opere e servizi vari”, del 5 aprile 2006, nel quale la società Scirumi S.r.l. risponde alla richiesta del Comune del 04/04/2006 prot. N°9155, confermando “la nostra adesione, da concretarsi con apposita convenzione urbanistica, alla realizzazione delle opere relative alla fruibilità del Lago di lentini ed al completamento di opere di urbanizzazione nel nuovo quartiere periferico di c/da S. Antonio, per un importo complessivo ed omnicomprensivo di € 2.000.000,00.”.
Che efficienza. Il timbro di uscita della richiesta comunale è del 5 aprile e nello stesso giorno arriva all’ufficio protocollo del Comune la lettera di adesione della Scirumi S.r.l.
Ma come hanno fatto? Manco il tempo di imbucare la lettera di richiesta del Comune e già arriva all’ufficio protocollo la risposta.
Non c’è che dire, un consiglio di amministrazione ed una organizzazione eccezionalmente veloci. Ma la cosa interessante è ciò che si può leggere sul margine inferiore destro della lettera della Scirumi S.r.l., dove sono riportati indirizzi e codice fiscale della società.
Avrà un e-mail una società che si appresta a spendere 300.milioni di euro? Quale sarà l’e-mail della società? Eccola: ametnapolis@tiscali.it.
Ametnapolis? Ma che centra un e-mail legata al grande centro commerciale di Abate? Vuoi vedere che c’entra pure Abate & C. nel grande affare?
Il secondo documento, arrivato per fax , è la “Scheda tecnica” inviata dalla società Scirumi S.r.l. al Comune di Lentini; quella che il solerte architetto D’Anna mette al n°19 della documentazione che attesterebbe la trasparenza di tutta l’operazione e che titola “Scheda tecnica della Società proponente sulle caratteristiche dell’intervento e i benefici connessi” datata 14 aprile 2006.
Chi invia il fax della Scirumi? Sul bordo del fax leggiamo “Maltauro Catania”. Proprio così, una società del famoso “Gruppo Maltauro” di Vicenza, la società che ha costruito Etnapolis di Abate e quella attualmente impegnata nella gara per il raddoppio della base americana di Vicenza. Il gruppo deve avere particolari agganci nel mondo degli affari militari americani in Italia.

La deliberazione del 16 ottobre 2006

Il giorno 16 ottobre 2006 approda finalmente in consiglio comunale l’affare Scirumi.
Dibattito teso per via delle riserve espresse da sette consiglieri: tre della stessa Margherita, tre dei DS e da un consigliere della “Lista Lentini per bene”.
I tre consiglieri DS esprimevano “perplessità e dubbi” “in merito al punto 2 delle osservazioni alla variante del PRG e precisamente in merito al quarto comma dell’art. 2 della legge regionale 71/78” (quello sollevato dall’opposizione), inoltre chiedevano un rinvio della seduta convinti della carenza nella relazione dell’arch. D’Anna “di un riscontro tecnico, in quanto richiamava la relazione tecnica dell’agronomo di parte della società proponente il progetto” e quindi di affidare il giudizio tecnico ad un agronomo di parte del Comune. D’altro canto in quella sede l’arch. D’Anna, con disarmante onestà, dichiarava di non essere competente in materia. Ma allora, ci chiediamo, con quale coraggio e per quale motivo nelle sue Controdeduzioni era così spavaldamente certo (più sopra nel punto 3 delle Controdeduzioni) delle motivazioni dell’agronomo di parte a cui per brevità rimandava?
Tuttavia le richieste non vengono accolte e dopo lunga discussione e polemiche battute si va al voto.
Risultato?
Voti della Maggioranza: 5 favorevoli (Mangiameni, Greco, Barretta, Di Mari, Maenza), 7 astenuti (Crisci, Innocenti, Vasile, Commendatore, Mazzilli, Tocco, Vinci)
Voti dell’Opposizione: 6 favorevoli e 1 astenuto (Mirisola)
Nessuno contrario!
E così, con 11 voti favorevoli (bipartisan) e 7 astenuti il Consiglio Comunale di Lentini (SR) rigetta l’opposizione di Verdi, Centro Studi Territoriali Ddisa e Giro di Vite e approva in via definitiva la variante al P.R.G. che trasforma una zona E (agricola) in zona CE4 (edificabile) per “Complesso insediativo chiuso ad uso collettivo ex art.15 L.R. 71/78 destinato alla esclusiva residenza temporanea dei militari americani della base Sigonella U.S. Navy . – Località Xirumi, Cappellina, Tirirò.”
Ora la decisione passa a Palermo.
Ma, a credere alle parole del già troppe volte citato arch. D’Anna, i giochi sarebbero già fatti poiché, asseriva pubblicamente, : “e vi pare che mi prendevo queste responsabilità senza avere prima chiesto l’orientamento dell’Assessorato?”.

L’art.2 della L.R. 71/78 e la “liberatoria” diffusione di una sentenza del TAR di Catania

Cosa sostenga l’art.2 lo abbiamo già citato. A chi scrive sembra non ci siano dubbi sulla sua interpretazione.
Nei luoghi previsti dall’insediamento ancora oggi esistono i giardini di agrumeto di cui solo una piccola parte, quella relativa al lotto B, è in stato di abbandono, ma solo da pochi anni (un qualsiasi contadino – altro che agronomo! – potrebbe testimoniarlo dallo stato del secco delle piante).
Ricordiamo, per inciso, che proprio in quelle zone confinanti con il territorio di Palagonia (Feudo di Lombardo MPA) si trovano tra i più pregiati agrumeti del territorio di Lentini.
Gli agrumeti in questione hanno sesti ben areati e ordinati sono provvisti di impianti di irrigazione e dei costosi ventilatori antigelo.
Insomma si tratta proprio di quei “suoli utilizzati per colture specializzate, irrigue o dotati di infrastrutture ed impianti a supporto dell’attività agricola” citati dall’art. 2.
Tuttavia, subito dopo la deliberazione che abbiamo su descritto e l’inasprirsi delle polemiche ecco che comincia a circolare tra le sedi dei partiti, in Giunta, tra la cittadinanza interessata, una sentenza del TAR (emessa dalla Sez. II, sentenza n.270 del 29.02.1996, Spampinato contro Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente.) Non sappiamo chi l’abbia scovata e messa in giro, ma sono certe le intenzioni: dimostrare l’inconsistenza di uno dei punti della nostra opposizione.
C’è grande soddisfazione, persino commozione, tra le fila dei sostenitori del mega villaggio per l’U.S. Navy. Si notano i volti rasserenati di chi nutriva dubbi o la paura di avere fatto il passo più lungo della gamba, gli sguardi convinti, lo spirito sollevato e il mezzo sorriso di chi vuol dire “avete visto che avevamo ragione, altro che leggi infrante”.
In effetti la sentenza recita così:
La coltivazione di un agrumeto non costituisce in Sicilia, stante la diffusione generalizzata, “cultura specializzata” ai sensi dell’art.2 della legge regionale 27 dicembre 1978 n.71; la destinazione della relativa area a fini extra-agricoli non abbisogna, pertanto, di specifica motivazione.

No! Non si tratta di uno scherzo, la sentenza è vera, con buona pace del senso comune, dell’Assessorato alla agricoltura, del Ministero dell’Agricoltura, dell’ISTAT, della facoltà universitarie di Agraria, della Treccani e di tutti quegli idioti che credevano che una “coltura specializzata” fosse determinata, in opposizione a “coltura promiscua”, dalla coltivazione di una specifica tipologia arborea, solitamente su ampie superfici e con tecniche, macchinari e prodotti specifici per la più efficiente produzione.
A dire il vero di sentenze contrarie a questa del T.A.R. Catania ne esistono parecchie ed anche molto più recenti e la citata “sospetta” sentenza lascia il tempo che trova. Però, giusto per sottolineare la pregevole coerenza dei nostri amministratori, vale la pena ricordare le tanto strombazzate intenzioni di rilancio del settore agrumicolo a partire dalla definizione per il nostro territorio di area specializzata, tipica dell’arancia pigmentata.

Territorio merce – Conclusioni

Tutta l’operazione che qui abbiamo tentato di riassumere ha un “al di qua”.
Già, perché al di là dei risvolti legali, tecnici, amministrativi, politici ed economici, esiste un minimo comune denominatore che unisce le “nostre destre” e le “nostre sinistre”, i “nostri politici”, i “nostri tecnici” e i “nostri affaristi”. Al di qua c’è l’assoluta incapacità di concepire il territorio come relazione qualificante la comunità locale. Quella che più su abbiamo chiamato l’idea dominante del territorio merce. È questa pervasiva concezione che produce, ad esempio, la subordinazione dell’organizzazione del territorio alle esigenze di bilancio, al territorio concepito come merce di scambio ovvero al territorio ridotto a spazio disponibile ai flussi di mercato.
Siamo assai lontani dallo sviluppo locale autosostenibile “basato sulla valorizzazione dei luoghi e del paesaggio siciliani”. Assai lontani da ciò che prefiguravano le linee guida del Piano paesaggistico regionale.
Bisogna sostanziare quanto Renzo Piano -che non è ambientalista né urbanista- ha significato sottolineando che: « Dobbiamo ridare un senso estetico a tutta la schifezza che abbiamo realizzato nell’ultima parte della modernità». E che in Sicilia ha comportato deterritorializzazione e degrado ambientale, ma anche elevati costi sociali e sprechi economici.
Nell’azione di risanamento e recupero della società e dell’ambiente siciliani possono tornare preziose le regole comuni, i valori condivisi coglibili dalle grandi risorse dell’ingente patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, tuttora rilevante. Esse possono assumere valenze che vanno molto oltre il restauro paesaggistico e la ristrutturazione territoriale; diventano le linee guida del prossimo sviluppo sostenibile dell’isola, che non può che assumere base locale e fondarsi sulla conservazione e valorizzazione del patrimonio in questione. Specie dopo l’acquisizione dei fallimenti delle politiche legate ai «grandi poli industriali e infrastrutturali»” Alberto Ziparo

Davvero assai lontani! Siamo invece nel pieno delle concezioni mercantili legate al cemento. Un ritorno in grande stile agli anni delle più spericolate e sfacciate speculazioni. E già si apprestano, sull’onda dell’affare Scirumi, altre proposte di insediamenti in ambito chiuso.

CST Ddisa